Quando nel 1995, con la legge 335 di riforma del sistema previdenziale, venne delineata la previdenza per i lavoratori autonomi, che fino ad allora non l’avevano, molti dubbi e tanta diffidenza vennero espressi da più parti del mondo del giornalismo, professione storicamente legata al lavoro dipendente, nei confronti dell’ipotesi dell’apertura dell’Istituto di previdenza di categoria, l’Inpgi, a freelance e parasubordinati, guardati spesso se non come giornalisti di “serie B” per lo meno come “esterni” e marginali rispetto alle dinamiche dell’informazione professionale.

Gabriele Cescutti, allora presidente dell’Inpgi, si impegnò invece perché l’Ordine, come gli delegava la legge, decidesse di includere gli autonomi in una apposita gestione separata all’interno dell’Istituto dei giornalisti. E spinse perché lo Statuto dell’ente fosse modificato non unicamente, come sarebbe stato possibile, prevedendo l’integrazione degli organi di amministrazione esistenti con qualche rappresentante dei “nuovi arrivati”, ma anche istituendo un autonomo Comitato amministratore della gestione separata.

Dalle poche migliaia di iscritti del 1996, anno di nascita, oggi quella gestione ne conta 46mila, ha un patrimonio di quasi 850 milioni di euro ed è stata l’artefice del primo strumento di welfare gratuito rivolto a giornalisti freelance e parasubordinati: l’assistenza sanitaria integrativa offerta a migliaia di loro in collaborazione con la Casagit. E quelli che nel 1995 apparivano giornalisti di “serie B” oggi sono la maggioranza di chi svolge questa professione.

Gabriele Cescutti, che oggi ci ha lasciato, aveva una capacità di analisi e una visione politica di lungo respiro: una capacità di “vedere oltre” che ha espresso anche volendo la nascita della gestione separata dell’Inpgi per i giornalisti autonomi. E non l’ha mai lasciata in secondo piano: l’ha curata in prima persona con attenzione precostituendo le basi di quello che oggi è l’Inpgi del futuro.

Prima di incontrarci, nel mio lavoro di consigliere eletto all’Inpgi in rappresentanza degli autonomi, ci siamo incrociati raramente alla Fnsi, durante la sua attività nel sindacato come vicesegretario nazionale e la mia come consigliere del Direttivo dell’Associazione stampa romana e “militante” nel sindacato per il riconoscimento dei diritti dei giornalisti autonomi. Non mi conosceva bene. E io non conoscevo bene lui. Mi ha “studiato” a fondo prima di decidere che si poteva fidare, perché la mia visione della sua “creatura” era nel solco della sua.

Testardo, puntiglioso, infinitamente paziente e profondamente responsabile, dedito al compito che si sentiva affidato. Una gran bella persona, un dirigente lungimirante e preparato. E, va detto in un’epoca in cui l’ego tracima rispetto al dovere istituzionale, integerrimo.

Il ricordo di Fnsi e Sindacato giornalisti del Veneto

Addio a Gabriele Cescutti, protagonista di lotte sindacali indimenticabile presidente dell’Inpgi

Giornalista de Il Gazzettino, ha fatto parte del Cdr, ha guidato il Sindacato giornalisti Veneto per poi essere nominato ai vertici della Fnsi. Quindi la presidenza della Cassa di previdenza della categoria e l’impegno nel Cda di Casagit. Aveva 80 anni.

https://fnsi.it/addio-a-gabriele-cescutti-gia-segretario-sgv-e-presidente-inpgi-il-cordoglio-del-sindacato

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