«I conti dell’Inpgi sono in ordine ma mancano i contributori». Lo ha detto il presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, Carlo Verna, rivolgendosi al presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, che rispondendo a una domanda nel corso della conferenza stampa di fine anno ha annunciato per gennaio l’avvio di un tavolo tecnico sull’Istituto di previdenza dei giornalisti italiani.

«Riteniamo illegittimo – ha aggiunto Verna – il principio che si vuole introdurre dei due redattori prepensionati a fronte dell’ingresso di uno nuovo che può anche essere non giornalista, lo impugneremo. Siamo di fronte a una crisi sistemica internazionale e a stravolgenti cambiamenti, i cui costi finora sono stati sostenuti solo dai giornalisti e dal loro istituto di previdenza».

«Non abbiamo mai inteso commissariare l’Inpgi – ha spiegato il premier Conte – e abbiamo concesso altri sei mesi per rispettarne l’autonomia. Il governo è disposto a fare la propria parte ma l’Inpgi deve fare la sua, i conti devono essere tenuti in ordine». Verna, su quest’ultima affermazione di Conte, ha inteso opportunamente precisare che gli interventi per l’equilibrio del bilancio dell’Inpgi sono dovuti al fatto che sta diminuendo la platea dei contribuenti titolari di un contratto di lavoro subordinato e non alla gestione dell’Ente.

E’ bene sapere che la correttezza e la trasparenza dei bilanci e delle operazioni patrimoniali dell’Inpgi sono garantite da una fitta rete di controlli, che coinvolgono anche il governo e il parlamento.

E precisamente:

  • Rappresentanti del governo: in tutti gli organismi di amministrazione dell’Inpgi sono presenti, con diritto di voto, due rappresentanti dell’esecutivo, nominati rispettivamente dalla presidenza del Consiglio dei ministri e dal ministero del Lavoro;
  • Collegio dei Sindaci: è presieduto da un rappresentante nominato dal ministero del Lavoro e fra i suoi componenti ha anche altri due rappresentanti del governo, uno nominato dalla presidenza del Consiglio dei ministri e l’altro dal ministero dell’Economia;
  • Controllo del rischio finanziario: una società di risk management e consulenza finanziaria supporta l’Inpgi nella gestione diretta ed indiretta di capitali; è completamente indipendente e si occupa esclusivamente di asset liability management, di risk e asset allocation strategica e tattica, della misurazione ed analisi dei rischi finanziari, della valutazione delle performance e designing di portafoglio, di Implemented Consultancy/Fiduciary Management e si rivolge esclusivamente ad investitori istituzionali;
  • Verifica attuariale: un professionista esterno indipendente elabora i progetti dei bilanci tecnici attuariali;
  • Ministeri vigilanti: il ministero del Lavoro e il ministero dell’Economia hanno, di concerto, il potere di approvare definitivamente, respingere o approvare subordinatamente a specifici emendamenti tutti i provvedimenti predisposti dagli organi amministrativi dell’Inpgi in materia di bilancio e di previdenza;
  • Parlamento: esercita l’attività di verifica sull’Inpgi attraverso la Commissione parlamentare di controllo sull’attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale;
  • Covip: alla Commissione di vigilanza sui fondi pensione è stato attribuito il compito di vigilare sugli investimenti finanziari e sulla composizione del patrimonio delle Casse professionali di previdenza;
  • Corte dei Conti: esercita il compito costituzionale di perseguire l’utilizzo appropriato ed efficace dei fondi pubblici, la ricerca di una gestione finanziaria rigorosa, la regolarità dell’azione amministrativa e l’informazione dei poteri pubblici e della popolazione tramite la pubblicazione di relazioni obiettive.

Attraverso tutti questi livelli di controllo non sono mai giunte osservazioni sulla correttezza e la trasparenza dei conti dell’Inpgi. Sono stati invece più volte sottolineati i disequilibri, evidenziati da tempo dall’Inpgi nelle relazioni annuali al bilancio, derivanti dalla diminuzione della contribuzione corrente in conseguenza del saldo negativo tra nuovi ingressi, con oltretutto redditi sempre più contenuti, e pensionamenti.

Ne è prova evidente il rilevante e costante trasferimento dei giornalisti dall’area del lavoro garantito con contratto di lavoro subordinato, con contributi all’Inpgi principale, alla sempre crescente area del lavoro autonomo e parasubordinato, con contributi alla Gestione separata. L’Inpgi 2, che è sottoposto agli stessi controlli visti sopra ed è amministrato con le stesse procedure e dagli stessi organi consultivi e decisionali della Gestione principale, registra bilanci in costante crescita, tanto da aver potuto varare una importante riforma per potenziare le prestazioni e il welfare dei propri iscritti.

Una crescita che può riprendere per la Gestione principale con il rapido ampliamento della platea contributiva a professionisti che svolgono attività affini, anche se distinte da esse, a quelle dei giornalisti nel campo dell’informazione, come l’Inpgi chiede da tempo.

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Documenti

Giornalisti: le dichiarazioni di Verna e Conte alla conferenza stampa di fine anno

Inpgi: difendere autonomia e welfare

Inpgi 2: un nuovo regolamento per potenziale prestazioni e welfare

La riforma dell’Inpgi 2 nel dettaglio

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Foto: dalla pagina Facebook del Cnog

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