
La norma europea pone paletti chiari su ingerenze politiche ed economiche nell’attività dei media, ma il nostro Paese è fuori dai parametri

Con l’entrata in vigore, l’8 agosto scorso, dell’European Media Freedom Act (Emfa) anche in Italia, si apre una nuova fase nella tutela dell’informazione come bene pubblico e diritto fondamentale dei cittadini. Che però trova il nostro Paese impreparato dal punto di vista politico. La norma europea, recepita nel nostro ordinamento, pone paletti chiari contro le ingerenze politiche ed economiche nell’attività dei media, rafforzando i principi di indipendenza editoriale e pluralismo che la nostra Costituzione già riconosce. Ma che risultano puntualmente disattesi dal governo.
Il provvedimento arriva in un momento storico in cui la libertà di stampa è sotto pressione non solo nei regimi autoritari, ma anche all’interno di democrazie consolidate. Fenomeni come la concentrazione proprietaria, le pressioni pubblicitarie e la precarizzazione del lavoro giornalistico rischiano di compromettere la qualità e l’autonomia dell’informazione. In questo contesto, il Media Freedom Act introduce tutele concrete: dalla trasparenza sulla proprietà dei media alla protezione delle fonti, fino a regole più severe contro le interferenze nei contenuti editoriali.
Per i giornalisti italiani, la sfida sarà duplice. Da un lato, cogliere l’opportunità di uno strumento legislativo che rafforza le garanzie professionali, in linea con i principi sostenuti da tempo dalla Federazione nazionale della stampa italiana e dagli Ordini nazionale e regionali. Dall’altro, vigilare affinché l’applicazione delle nuove norme non resti lettera morta, ma si traduca in prassi effettive nelle redazioni e nelle aziende editoriali.
La libertà di stampa non si esaurisce in un dettato normativo: vive nella quotidianità del lavoro giornalistico, nella possibilità per ogni cronista di indagare, verificare, raccontare senza condizionamenti. Il Media Freedom Act fornisce un quadro europeo di riferimento, ma sarà l’impegno congiunto di giornalisti, editori, istituzioni e cittadini a determinarne il successo.
Come in ogni democrazia matura, la qualità dell’informazione è il termometro dello stato di salute delle nostre libertà. E in questa stagione di cambiamenti, spetta a tutti noi evitare che il termometro segni febbre alta.
Il presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti, Carlo Bartoli, avverte che, essendo un regolamento europeo, l’Emfa è immediatamente operativo. E tale deve restare, senza che il Paese resti «formalmente fuori dalle norme» che proteggono pluralismo, sicurezza dei cronisti, trasparenza editoriale e indipendenza del servizio pubblico. «Il Parlamento e la sua maggioranza – aggiunge Bartoli – non si sono preparati all’appuntamento con un provvedimento che rappresenta un discrimine tra i Paesi che tutelano la libertà di stampa e quelli che invece tentano di condizionarla».
Per il consigliere d’amministrazione della Rai Roberto Natale «è vitale per il servizio pubblico che arrivi al più presto una legge di attuazione del Media Freedom Act europeo». E spiega: «Non solo per avere l’indispensabile autonomia dei vertici dal governo di turno, in assenza della quale la Rai paga da anni un pesantissimo prezzo di legittimazione nell’opinione pubblica. Ma anche perché l’Emfa impone di garantire “risorse finanziarie adeguate, sostenibili e prevedibili […] tali da salvaguardare l’indipendenza editoriale”».
La segretaria generale della Fnsi, Alessandra Costante, denuncia che «in Italia non si sa ancora cosa vogliano fare governo e Parlamento». E rilancia un’allerta crescente: giornalisti spiati con spyware militari, citando il caso Paragon inserito nel rapporto Ue sullo Stato di diritto.
È molto netto il presidente della Fnsi, Vittorio Di Trapani: «È bene che i cittadini italiani sappiano che sulla loro testa pende un doppio danno: un Paese a libertà di stampa limitata e servizio pubblico asservito al governo, e presto arriveranno anche le sanzioni economiche che saranno pagate da ciascuno di noi. Ormai è chiaro: in Italia abbiamo il governo dei dazi. E quelli che saranno causati molto presto per le violazioni delle norme europee sulla libertà di stampa».

Per richieste di informazioni e di contatto a Massimo Marciano: https://www.upcar.org/contatti-giornalisti/


I servizi a disposizione dei giornalisti e delle loro famiglie
(clicca sul titolo di ogni sezione per ulteriori dettagli)
Redazione bilanci di esercizio
Assistenza cartelle esattoriali
Per informazioni compila il form di richiesta riservato ai giornalisti:
Giornalista professionista freelance. Dal 1983 collaboratore di testate locali e nazionali dai Castelli Romani per cronaca e sport. Presidente e docente dell’Università Popolare Castelli Romani, Ente terzo autorizzato dal Ministero della Giustizia alla Formazione professionale continua per gli iscritti all’Ordine dei giornalisti. Consigliere dell’Inpgi e dell’Associazione stampa romana.








Commenti recenti