Con una decisione della Segreteria comunicata recentemente, da quest’anno gli sportelli sindacali di informazione e assistenza per i colleghi dell’Associazione stampa romana si svolgeranno non più in presenza, ma da remoto. Compreso lo sportello per Inpgi 2 e lavoratori autonomi. Una decisione opinabile, in un momento di crisi del lavoro e di difficoltà per le famiglie in cui la prossimità del sindacato è uno strumento essenziale.

Per questo, lo sportello sindacale online non fermerà quello in presenza (nel rispetto delle norme anti-Covid) dove, come ogni martedì da svariati anni, continuerò a ricevere i colleghi per ascolto e assistenza nella compilazione di moduli e comunicazione reddituale annuale. Lo farò, in collaborazione con l’ufficio del Fiduciario Inpgi del Lazio, nella mia qualità di Consigliere dell’Inpgi. Ampliando così con un ulteriore servizio l’offerta di ascolto e assistenza. Che potrà rivolgersi anche ai colleghi di altre regioni (il mio incarico di Consigliere Inpgi è infatti nazionale, e quindi verso i colleghi di tutti i territori sono rivolti i miei doveri conseguenti), utilizzando oltre alla presenza fisica anche le opportunità – in questo caso positive – del collegamento da remoto.

Lo sportello Inpgi 2 e autonomi di Roma, quindi, non si ferma, anzi raddoppia. Grazie alla disponibilità e alla sensibilità del Fiduciario regionale Inpgi del Lazio, Andrea Rustichelli, e del Vicefiduciario, Francesco Padoa, che già assicurano il giovedì mattina dalle 10 alle 12 la presenza nell’ufficio di corrispondenza al primo piano di piazza della Torretta 36. Con lo spirito di servizio che caratterizza chi ci mette la faccia nell’assolvimento del mandato di rappresentanza ricevuto dai colleghi. E nella continuità con la felice intuizione di Silvia Garambois, allora Segretaria dell’Associazione stampa romana, che istituì vari anni fa lo sportello perché anche freelance, parasubordinati, autonomi e precari potessero avere il sindacato come propria “casa” accogliente.

A Silvia debbo riconoscenza per avermi avviato in questa esperienza sindacalmente formativa e umanamente arricchente. Ad Andrea e a Francesco va il mio ringraziamento per aver voluto includere nei servizi dell’ufficio del Fiduciario regionale Inpgi anche quello del mio sportello in presenza del martedì su Inpgi 2 e lavoro autonomo, affinché non venisse meno questo servizio ai colleghi. E all’Ufficio di presidenza dell’Associazione stampa romana va, inoltre, il mio ringraziamento per aver chiesto e ottenuto che, nella comunicazione via mail fatta agli iscritti, Stampa Romana ricordasse il mio nome come curatore dello sportello. Una citazione che, evidentemente nella fretta della comunicazione della variazione delle proprie modalità di assistenza ai colleghi, la Segreteria di Stampa Romana aveva omesso in una prima mail.

La decisione di riposizionare «in remoto, via computer e non in presenza, gran parte delle nostre attività» a partire dal 1° gennaio mi è stata comunicata per lettera il 29 dicembre dal Segretario dell’Asr, Lazzaro Pappagallo. Una decisione assunta dalla Segreteria di Stampa Romana «nell’ambito di un costante processo di revisione degli sportelli».

Una decisione, dicevo prima, opinabile. Innanzitutto perché rappresenta un passo indietro epocale nella cultura sindacale, che dalla Liberazione vede come un principio cardine del diritto all’organizzazione sindacale dei lavoratori, garantito dalla Costituzione, l’attribuire valore al servizio di prossimità prestato da chi si impegna nell’attività sindacale. Un valore che, relegando l’ascolto ai colleghi ai “ritagli di tempo libero” da casa, viene di fatto azzerato. E poi perché così il sindacato regionale del Lazio replica ciò che i nostri datori di lavoro stanno cercando di fare della nostra professione: lo fa proprio quell’Associazione stampa romana alla quale, nell’ottobre scorso, ho festeggiato i miei 30 anni di iscrizione.

Così, a quest’ultimo proposito, ho spiegato il mio pensiero alla Segreteria di Stampa Romana: «In questo periodo di emergenza sanitaria, sono stato molto aiutato dalle riflessioni che ho avuto modo di ascoltare da colleghi impegnati sindacalmente, e molto più esperti di me di questioni sindacali, a comprendere le opportunità ma anche le numerose insidie che lo smart working implica. Come ben sa la Segreteria, è questo un tema particolarmente sensibile per noi giornalisti, perché la “digitalizzazione” del nostro lavoro e l’allontanamento dalle sedi fisiche di produzione e confronto professionale è uno degli obiettivi principali che persegue “d’autorità” la nostra controparte datoriale. E che il sindacato è impegnato a ricondurre nell’alveo di regole condivise, rispettose della presenza fisica e della socialità come elementi sostanziali della professione, dell’organizzazione sindacale dei lavoratori e del rispetto del singolo lavoratore».

«Nell’ambito delle mie funzioni di Consigliere dell’Inpgi e in accordo con quanto riterrà opportuno il Fiduciario Inpgi circa tempi e modalità, intendo mettermi a disposizione per accogliere nell’ufficio di corrispondenza Inpgi di Roma i colleghi che avranno la necessità di un confronto sulle loro questioni previdenziali. Ovviamente, a mie spese e impegnando la disponibilità del mio tempo, affinché possa assolvere al meglio ai miei doveri di Consigliere Inpgi, nello spirito di servizio verso i colleghi che mi ha sempre ispirato nell’assolvimento di questo incarico elettivo».

Lo sportello non si ferma, anzi raddoppia, quindi. Utilizzando il collegamento remoto non come strumento per evitare la prossimità, ma per ampliarla aggiungendosi alla presenza fisica. E andando così anche al di là dei confini regionali, con la possibilità di concordare appuntamenti con collegamento da remoto attraverso la mail info@massimomarciano.it.

Una ulteriore dimostrazione, questa, di quanto la vicinanza e l’assistenza ai giornalisti sulle tematiche previdenziali possano essere garantite in maniera tempestiva, e anche attraverso contatti diretti con i propri rappresentanti eletti negli organi di amministrazione, grazie all’esistenza dell’Inpgi. Mentre i lavoratori iscritti all’Inps, che non eleggono propri rappresenti negli organi di amministrazione (peraltro senza poteri decisionali perché l’Ente è amministrato dal governo), devono seguire la trafila dei call center e degli appuntamenti negli affollati uffici territoriali dell’Inps. Una differenza, fra le tante altre, che faremmo bene a ricordare quando sentiamo auspicare – da una parte fortunatamente minoritaria della nostra categoria professionale – il trasferimento dei giornalisti dall’Inpgi a una delle tante gestioni che riuniscono milioni di altri lavoratori nell’Inps.

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